Come invecchia il sistema immunitario?

Il team di ricerca mostra una correlazione molto precisa e completa tra i profili immunitari e l'età, il sesso, il fumo, l'obesità e le malattie

09.04.2025
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Perché gli anziani sono più suscettibili alle infezioni rispetto ai giovani? Perché le vaccinazioni hanno talvolta un effetto minore su di loro? Per comprendere meglio i meccanismi del sistema immunitario che invecchia, nell'ambito del Cluster of Excellence RESIST è stata istituita la RESIST-Senior Individuals Cohort, uno studio con 550 cittadini di età superiore ai 60 anni e 100 partecipanti più giovani di età compresa tra i 20 e i 40 anni, tutti provenienti dalla regione di Hannover. I partecipanti sono stati interrogati in modo esaustivo sul loro stile di vita, sulle malattie precedenti e sull'assunzione di farmaci e sono stati sottoposti a esami fisici.

Bettina Bandel/MHH

All'Istituto di Immunologia MHH: Lennart Riemann (a sinistra) e Rodrigo Gutierrez, PhD, hanno utilizzato la citometria a flusso spettrale multicolore per visualizzare con precisione diversi tipi di cellule.

Un team di ricerca guidato dal Prof. Reinhold Förster dell'Istituto di Immunologia della Hannover Medical School (MHH), insieme al personale della Clinica di Dermatologia MHH, dell'Istituto di Virologia MHH e della Clinica di Pneumologia, Allergologia e Neonatologia MHH, ha utilizzato i campioni di sangue per analizzare il numero, il tipo e lo stato di attivazione delle cellule immunitarie e ha creato profili immunitari dettagliati, più precisi e completi di quelli precedenti. I risultati di questo studio innovativo sono stati pubblicati sulla rivista EBioMedicine.

È emersa una chiara correlazione tra età, sesso, fumo, obesità e malattie come l'osteoporosi, l'insufficienza cardiaca e la gotta con determinate firme immunitarie. In particolare, è emerso che le persone con un'infezione latente da citomegalovirus presentavano una proporzione maggiore di alcune cellule T di memoria. "I nostri risultati evidenziano firme immunitarie rilevanti che ampliano la comprensione dei cambiamenti del sistema immunitario legati all'età e la loro connessione con le malattie", spiega il dottor Riemann, primo autore dello studio. Allo stesso tempo, sottolinea: "Il sistema immunitario è estremamente complesso e varia notevolmente da persona a persona, il che rende difficile fare affermazioni generalizzate".

Più ampio, più profondo, più preciso che mai

Il team di ricerca è stato in grado di mappare i cambiamenti del sistema immunitario in un ampio spettro di età e in modo più dettagliato rispetto agli studi precedenti, rendendo visibili anche i cambiamenti più sottili. L'elevato numero di partecipanti alla coorte ha permesso non solo un confronto tra giovani e anziani, ma anche analisi differenziate all'interno del gruppo degli anziani. Le analisi ad alta risoluzione delle cellule immunitarie sono state particolarmente impressionanti: Utilizzando 60 diversi marcatori di proteine di superficie, è stato possibile caratterizzare con precisione anche i più piccoli sottogruppi di popolazioni cellulari. Ad esempio, il team è riuscito a dividere le cellule T CD4+ (cellule T helper) in 18 diversi sottogruppi.

Un altro punto di forza è stato l'uso di metodi di clustering oggettivi e computerizzati per la tipizzazione cellulare. Invece di decidere soggettivamente quali cellule appartengono a una determinata popolazione sulla base di dati visualizzati, un algoritmo si è fatto carico di questa assegnazione, in modo più preciso e riproducibile di quanto sia possibile fare manualmente. "Abbiamo analizzato 97 cluster di cellule immunitarie innate e adattative e abbiamo scoperto cambiamenti complessi, specifici per età e sesso, nel sistema immunitario degli anziani", spiega il co-first author Rodrigo Gutierrez, PhD.

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